Quando la pittura di Claudio Carli si sofferma sul soggetto natura il termine latino viridis, connota magistralmente la sua produzione. In effetti, non si limita a significare una tonalità cromatica, evoca la manifestazione visibile di una forza vitale e generatrice. Ci troviamo di fronte a una osservazione del reale che non restituisce una semplice e fedele rappresentazione visiva ma un autentico segno poetico; non sono esercizi di tecnica pittorica ma di equilibrio sul sottile filo dell’armonia e sulle lame di luce.
La creazione ex nihilo è ricusata e nessuna imitazione praticata. Ogni opera penetra il mistero insito nella perfezione del creato, elevando un inno alla sua ineguagliabile bellezza. Lo sguardo è volto su una complessità dove non c’è spazio per l’artificio ed elegge l’immediatezza a chiave dell’esperienza e della conoscenza. La pittura, inevitabilmente, assume un valore quasi sacrale, va oltre l’estetica e si fa pilastro di un’etica. La natura è contemplata ed elevata a fisso stupore affinché anche dai dettagli di una foglia possa essere colta quell’energia silenziosa che lentamente e generosamente resiste, cresce e si rinnova.
Nei paesaggi c’è una chiara traccia dell’infinito quale orizzonte di un uomo nudo e in perenne cammino. Viridis del resto è etimologicamente connesso a “virere”: essere verde è essere vivo. In Claudio Carli natura e pittura condividono la trascendentale dimensione dell’irripetibile.
a cura di Caterina Carli
Galleria delle Logge
dal 29 ottobre al 2 novembre
ore 10.00 / 19.00